Ultimo appello per la politica

Inutile mentire a noi stessi: l’emergenza democratica del Lazio non dipende dal caso Fiorito. Non solo almeno. Piuttosto è il frutto del crollo della credibilità della politica e delle istituzioni. Che “prendono” e non sanno dare le risposte politiche che le cittadine e i cittadini si aspettano per migliorare le proprie condizioni di vita. Il nodo, insomma, non è soltanto legato alle inchieste della magistratura. E’ tutto politico e sociale.
Le cittadine e i cittadini, per esempio, non hanno più fiducia nella maggioranza che ha governato fino a ieri la Regione (con Renata Polverini che da dimissionaria, in maniera spregiudicata, continua ad approvare delibere, distribuire incarichi e appalti) e che sarà ricordata per tagli scriteriati, cadute di stile e il Piano Casa. E faticano a credere anche nell’opposizione: che non ha visto o ha visto tardi, ha taciuto, non ha avanzato proposte convincenti. Ma le cittadine e i cittadini non riescono a considerare credibile neppure il lavoro del commissario per l’emergenza rifiuti, Goffredo Sottile: che non sa decidere e, quando lo fa, sembra ripercorrere le strade che hanno già portato allo sfascio e continuano a passare per il re delle discariche Manlio Cerroni, di recente indagato per associazione a delinquere, estorsione, truffa e traffico illecito di rifiuti.
E le cittadine e i cittadini davvero non possono dare fiducia a quei rappresentanti della politica e delle istituzioni che fingono di non sapere (qualcuno ha pure mostrato il proprio stupore sui social network!) che ci sono dei numeri che condannano il Lazio. E sono numeri, gli ultimi elaborati da Libera, che tracciano un quadro nero: i clan mafiosi che fanno affari su questo territorio sono 46, sono in aumento (nel 2011 sono state 6.350, +15,5% rispetto all’anno precedente) le operazioni finanziarie sospette segnalate da Banca d’Italia (come scriveva Paese Sera già un anno fa), aumentano i delitti contro la Pubblica amministrazione (i nuovi procedimenti sono 4823).
Di fronte a tutto questo i partiti continuano a non prendere sul serio la crisi della politica, non vedono che tutto sta crollando. Le associazioni (tra queste anche Antigone, Arci, Avviso Pubblico, daSud, Forum Terzo Settore, Legambiente, Libera) hanno stilato un documento in 15 punti per chiedere un cambiamento reale e politiche che contrastino la corruzione, le infiltrazioni dei clan e il disagio sociale. E’ l’ultimo appello per la politica.

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