Se Giachetti e Orfini, Di Maio e Marino pensano che siamo stupidi

Dentro una campagna elettorale con così poche idee e mordente, la tentazione di mordersi la lingua e tacere ed eclissarsi è forte. Poi pensi che stiamo parlando di Roma e che, da queste elezioni, dipende il destino di qualche milione di persone e allora ti fai forza. E continui a seguire, con pazienza e speranza. Con preoccupazione.
Però vanno bene gli slogan (peraltro bruttini) da campagna elettorale e va bene parlare di buche. In fondo ciascuno così qualifica se stesso.
Ma essere offesi no. Perché i cittadini romani sono sfiduciati e preoccupati, ma non sono stupidi. Se poi le offese alla nostra intelligenza arrivano una dietro l’altra in poche ore allora la misura comincia ad essere colma.

La prima.
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Dopo Cosenza (area minoranza dem), Napoli (area giovani turchi) anche a Roma viene fuori una cosa ovvia: Ala, e cioè Denis Verdini, sostiene il candidato del Pd alle amministrative. Era già successo alle primarie, per Roberto Giachetti. Non è un mistero, Ala – a cui riconosciamo spregiudicatezza – l’ha detto in ogni modo anche pubblicamente. Ciascuno si sceglie gli alleati e accetta i voti di chi vuole, per carità. Questione di politica e di stile. Quello che è offensivo sono i giri di parole per negare l’evidenza, sono la reazione infastidita di Roberto Giachetti e l’intervista sprezzante (e fotocopia di quella rilasciata in occasione delle primarie) del commissario del Pd Matteo Orfini. Non si può smentire una cosa che è nei fatti, verificabile da tutti e che – c’è da giurarci – porterà almeno un candidato sostenuto da Verdini (e da D’Anna, da Galati: a volte non è Verdini il peggiore!) nel prossimo consiglio comunale di Roma. Fate come vi pare, insomma. Ma non trattateci da stupidi: non bastano i post di Fabrizio Barca o gli sforzi della povera Livia Turco per coprire il senso politico di questa operazione.

La seconda.
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Luigi Di Maio – con un certo cinismo e una trovata che deve essergli sembrata furba – ha annunciato (a che titolo?) che la giunta eventuale di Virginia Raggi avrà nove assessori anziché 12 e sarà con assessori a termine (sic!). La sortita avrebbe dovuto, deduco, servire a sottolineare le idee del Movimento 5 Stelle (che salvo le boutade non emergono), l’efficienza dei grillini, la voglia di essere considerati diversi, l’ambizione di risultare efficaci. Ma il tema vero è: davvero Di Maio pensa che i cittadini sono così stupidi da pensare che si può governare una città con questi presupposti di superficialità? Di Maio dimostra soltanto assoluta mancanza di rispetto. Ottiene però tre risultati: si legittima come capo del movimento, delegittima Virginia Raggi come candidata a sindaco, solletica (ancora una volta i soldi e le poltrone!) il sentimento peggiore che anima i cittadini. Complimenti!

La terza.
L‘ex sindaco di Roma Ignazio Marino, impegnato nel suo tour promozionale per il libro, non rinuncia a dire la sua sulle elezioni comunali. Così, qualche ora fa, ha scritto un post sul suo blog intitolato “Ecco come voterò” (o qualcosa del genere). Due i concetti base: voterà chi manterrà il rigore amministrativo avviato dalla sua Giunta e chi avrà una garanzia scritta dal leader del partito che “non verrà mai usato il metodo-notaio”. Lo annuncia in pompa magna, come se una posizione del genere avesse davvero a che fare con la politica e non con il risentimento. Dopo 28 mesi di governo cittadino, 6 o 7 mesi trascorsi agitando una sua possibile candidatura impedendone o ostacolandone altre, dopo essersi riiscritto al Pd e avere dichiarato contro il candidato del Pd, avere pubblicato un libro e avere dato vita a un movimento politico, a una settimana dal voto, l’ex sindaco non riesce a fare di più. Non riesce a offrire nessun reale orientamento, a fare fruttare in nessun modo l’entusiasmo e la passione politica (tanto? Poco? Non importa) nati attorno al suo lavoro, a fare quello che ha la presunzione di fare e cioè la politica. Vittima di un’ingiustizia, forse. Vittima di se stesso, della propria incapacità politica e del proprio rancore, di sicuro.

Giachetti e Orfini, Di Maio e Marino, chissà quanti altri. Tutti a pensare, evidentemente, che le loro inadeguatezze si possano coprire con la nostra stupidità.

Che poi tutto questo sia possibile perché anche noi cittadini – più o meno impegnati – siamo stati inadeguati in questo passaggio fondamentale per la città è un altro discorso che prima o poi dovremmo fare.

#perpietà

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